A Vasto, dal 1986, si svolge ogni anno per le strade della città la cerimonia del Toson d’Oro. Le comparse, in abiti settecenteschi ricchi e colorati, sfilano in due cortei: un gruppo rappresenta la famiglia d’Avalos e le altre famiglie importanti all’epoca, l’altro, interpreta la famiglia Colonna e il suo seguito.
Terminato il corteo storico accompagnato da carrozze, cavalli, mangiafuoco e sbandieratori, sul balcone di Palazzo d’Avalos avviene la consegna della collana del Toson d’Oro al principe Fabrizio Colonna.
L’evento rievoca la cerimonia di consegna della collana dell’ordine del Toson d’Oro da parte del marchese Cesare Michelangelo d’Avalos al principe Fabrizio I Colonna, su incarico dell’imperatore Carlo d’Asburgo. Il principe Colonna giunse a Vasto il 23 ottobre 1723 con un corteo di 186 cavalli riccamente bardati. All’arrivo fu accolto dagli spari e salve dei 57 pezzi di artiglieria del castello, dalle campane suonate a festa e da scoppi di mortaretti.
La mattina seguente la cerimonia di consegna si svolse a Palazzo D’Avalos: il principe inginocchiato giurò fedeltà all’imperatore e ricevette dal marchese le insegne. La cerimonia fu seguita dal canto di un Te Deum e da spari a salve delle artiglierie del castello e da festosi scampanii. Dalle finestre del palazzo vennero gettato cibo al popolo e dalla fontana davanti alla chiesa di San Giuseppe, venne fatto uscire vino bianco e rosso. Seguirono giochi e fuochi d’artificio e musica, mentre alle finestre del palazzo ardevano torce. I festeggiamenti si protrassero fino al 1° novembre successivo.
Per comprendere il significato storico della cerimonia bisogna considerare che, in quegli anni, il regno di Napoli era unito alla corona del Sacro Romano Impero, il cui imperatore era Carlo d’Asburgo, padre della famosa Maria Teresa d’Austria.
Al momento della sua incoronazione come imperatore, Carlo aveva deciso di separare l’Ordine del Toson d’Oro in due rami, uno sarebbe rimasto appannaggio del Re di Spagna e l’altro sarebbe rimasto in capo agli Asburgo, imperatori del Sacro Romano Impero.
Era quindi l’imperatore a conferire il titolo di cavaliere, titolo che dava onori e privilegi straordinari. l sovrano dell’ordine era tenuto a convocare una riunione con la consulta dei cavalieri dell’Ordine del Toson d’oro prima di entrare in guerra. Tutte le dispute tra i membri dell’ordine dovevano essere discusse dal consiglio dell’Ordine stesso.
Alla morte dell’insignito le insegne dovevano necessariamente tornare all’Ordine, con pesanti multe e ammonizioni per quanti non rispettavano questa regola. I cavalieri dell’Ordine godevano di una quasi totale immunità giudiziaria. L’arresto di uno degli insigniti doveva essere siglato da almeno sei del totale dei cavalieri e, prima della sentenza, l’accusato non poteva essere imprigionato, ma rimaneva in custodia degli altri cavalieri.
L’importanza del titolo non era quindi solamente legata al suo prestigio, dato dal fatto che i cavalieri potevano essere solamente cinquanta e che l’ordine era stato fondato nel lontano 1430 da Filippo III di Borgogna e, successivamente, retto dagli imperatori del Sacro Romano Impero fra cui anche Carlo V. Era legato anche alle immunità che conferiva, elevando chi ne era insignito al di sopra anche degli altri nobili.
Cesare Michelangelo d’Avalos era stato nominato cavaliere già nel 1699. Il fatto che fosse lui a conferire ad un altro nobile il titolo, rappresentando in questo modo l’imperatore, dimostra l’importanza che il marchese del Vasto aveva all’interno della corte asburgica e che faceva della Vasto dell’epoca una piccola capitale.